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Mercato e Impresa in Europa

Prefazione

            La teoria economica fin dalla metà del secolo scorso ha fatto riferimento ai concetti di trends, cicli, fluttuazioni ed ha studiato l'origine e le caratteristiche dei movimenti ondulatori dell'economia. Tuttavia, nella prima parte del Novecento questa tematica ha conosciuto un particolare sviluppo di analisi, attraverso numerosi e prolifici studi. Come veniva precisato poco più di cinquant'anni fa: «Di cotesti lavori alcuni sono di carattere storico o descrittivo, altri analitici a base deduttiva, altri analitici pure, ma a base induttiva, diretti a raccogliere e elaborare i dati principali del problema, altri infine lavori di sintesi diretti a costruire la teoria delle fluttuazioni sia induttivamente, sia deduttivamente».[1] Queste considerazioni e, soprattutto, le parole di Marco Fanno - uno dei maggiori economisti italiani di questo secolo - sono tornate alla mente dell'Autore quando si è trattato di affrontare il lavoro di ricerca su un'impresa commerciale gaditana, nel corso di un lungo periodo, compreso tra la prima metà del XVIII e la seconda metà del XIX secolo. Infatti, l'impegno intrapreso, una volta individuato e consultato l'archivio di Cadice, non intendeva limitarsi alla pura e semplice ricostruzione di una specifica vicenda, per quanto ricca ed articolata, ma aveva l'obiettivo di collocare l'evoluzione dei fatti aziendali all'interno dell'ambiente economico gaditano e spagnolo dell'epoca.[2]

            La scelta di una metodologia di tipo induttivo, quindi, non serviva a circoscrivere la prospettiva dello studio ad una microstoria aziendale, ma doveva farsi carico di un compito molto più significativo: partire da un caso singolo, dotato di una fonte archivistica di precipua consistenza e valore, per contribuire a suffragare la bontà (o meno) delle analisi fin qui condotte sul commercio di Cadice, fornendo magari qualche nuovo strumento di valutazione allo studioso e al lettore interessato. Questa impostazione è stata confortata dalla classificazione di Parker relativa all'impiego delle fonti contabili nell'indagine storica.[3] Infatti, in quel contesto, si è evidenziata l'importanza di tali risorse non solo al fine dell'osservazione della performance dell'impresa economica, dell'evoluzione dei metodi contabili o delle informazioni su fenomeni extra-economici, ma anche allo scopo di una ricognizione riguardante «eventi bensì di carattere economico, ma con rilevanza macro piuttosto che micro».[4]

            La fonte primaria della ricerca, l'archivio dell'azienda "González de la Sierra", ha fornito i principali mezzi per compiere questa indagine, consentendo all'Autore di disporre di elementi quantitativi e qualitativi tali da poter al tempo stesso mettere a fuoco il complesso andamento dell'impresa commerciale, lungo un arco di ben oltre un secolo, e di parametrarlo allo svolgimento dell'economia gaditana durante lo stesso periodo. Infatti, è certamente vero che «quando si dispone di una buona documentazione è possibile stabilire alcuni indici significativi».[5] Tuttavia, in relazione agli obiettivi indicati, è stato necessario valutare preliminarmente l'affidabilità del campione di indagine prescelto e la sua effettiva rappresentatività dell'ambiente economico in cui era inserito. Da questo punto di vista, la società "González de la Sierra", pur non essendo una tra le più grandi aziende del commercio gaditano, ma collocandosi ad un livello dimensionale intermedio, è apparsa impregnata dei caratteri tipici dell'attività di intermediazione dei mercanti che operavano a Cadice. L'azienda gaditana, dunque, si è dimostrata un significativo oggetto di analisi e di studio, non solo per l'ampiezza della documentazione archivistica disponibile e per l'estensione dell'epoca storica coperta da tale fonte, ma anche per la sua corrispondenza al modello commerciale da cui fu contrassegnata la città nel corso del Settecento e dell'Ottocento.

            A questo proposito, è sembrato opportuno sviluppare lo studio dell'azienda nei suoi vari aspetti, descrivendo con dovizia di particolari le polivalenti forme di attività che da essa prendevano corpo. L'analisi ha preso in considerazione sia i fenomeni di carattere strettamente commerciale (l'importazione di generi alimentari d'oltremare e il loro smercio sui diversi mercati interni ed esteri; l'esportazione di prodotti europei verso le colonie e gli altri territori americani; la estrema diversificazione delle merci scambiate e delle attività svolte dall'azienda; l'individuazione dei prezzi e delle quantità dei beni posti in commercio), sia quelli di carattere organizzativo e finanziario (la diffusione degli esercizi commerciali dell'azienda sul territorio gaditano; la realizzazione di una vera e propria rete distributiva su tutto il territorio nazionale, con importanti rappresentanze estere; l'adozione di un meccanismo di funzionamento aziendale del tutto simile a quello di una holding, pur permanendo una forma giuridica arretrata e una scarsezza di investimenti; il ricorso al credito attraverso gli strumenti tradizionali di finanziamento del commercio e l'impiego prevalente di risorse umane nell'attività dell'impresa; la partecipazione della compañía di Cadice alle iniziative di trasporto marittimo e a quelle assicurative).

            Tuttavia, una parte fondamentale della ricerca si è fondata sull'esame dei libri contabili della società, cercando di individuare un indice adeguatamente rappresentativo del complesso delle attività aziendali, del loro rendimento, dei risultati conseguiti e, infine, di giungere ad una sintesi comparativa. L'andamento della ricerca ha permesso di ricostruire, insieme ad altri valori, gli utili netti dell'impresa commerciale gaditana per un periodo di circa un secolo, segnalando questa variabile come un essenziale indicatore interno dell'azienda, ma anche come un primo elemento di verifica dei fenomeni che hanno interessato l'economia di Cadice nella fase di transizione dalla massima prosperità al suo declino.

            Al termine di questo sforzo di rielaborazione, aggregazione e interpretazione dei dati aziendali, si è cercato un termine di paragone plausibile per verificare l'andamento degli utili dell'impresa gaditana in rapporto alle fluttuazioni dell'economia spagnola, in particolare di quella parte di essa strettamente connessa con il commercio d'oltreoceano. Dopo un'approfondita valutazione, la scelta è ricaduta sull'indice generale dei prezzi all'ingrosso di Sardá, che - seppure di non recente costruzione - è apparso per la sua composizione mista, con la presenza di valori di generi alimentari interni e di prodotti d'oltremare, come il parametro più efficace per effettuare il confronto e ritenerlo attendibile per la piazza di Cadice. L'esito della comparazione ha permesso una più esauriente possibilità di valutazione delle conclusioni cui si è pervenuti nell'analisi del commercio gaditano e dell'evoluzione dell'azienda "González de la Sierra", mostrando come la dinamica degli utili si accosti a quella del ciclo economico, del quale i prezzi sono un indicatore essenziale.[6]

            Il volume si suddivide in quattro parti. La prima è dedicata all'illustrazione del commercio atlantico e del ruolo mercantile di Cadice, nel corso del XVIII e del XIX secolo. La seconda esamina le vicende relative all'origine e allo sviluppo dell'azienda commerciale "González de la Sierra". La terza affronta il periodo di massima prosperità dell'azienda gaditana, nel contesto dell'economia locale. L'ultima parte descrive la fase finale di attività della società, nel periodo del declino di Cadice, fornendo una valutazione generale sulla borghesia commerciale spagnola.

            Del contenuto del presente volume, frutto di un complesso lavoro di indagine, iniziato con il dottorato di ricerca e proseguito negli anni successivi - allo scopo di un approfondimento, di una maturazione e di un aggiornamento dell'opera -, è interamente responsabile l'Autore. Va, tuttavia, rivolto un sentito ringraziamento a quanti lo hanno incoraggiato e criticamente sorretto nell'attività di ricerca e di elaborazione. Il primo pensiero di riconoscenza è diretto al prof. Antonio Di Vittorio, non solo per il suo ruolo di tutor della ricerca, ma anche per l'attenzione riservata a tutte le fasi di preparazione dell'opera, con le sue preziose indicazioni scientifiche, i suoi fecondi consigli, il tempo dedicato alla lettura e alla verifica dei vari stadi di scrittura, fino alla decisione di accogliere la stesura definitiva del volume nella collana di pubblicazioni del Dipartimento di Studi europei, giuspubblicistici e storico-economici, sezione di Storia Economica, dell'Università di Bari.

            L'Autore, inoltre, ringrazia i docenti del collegio del dottorato di ricerca in Storia Economica, VIII ciclo, dell'Università di Bari, nel cui ambito ha avuto origine questa indagine. I suggerimenti del prof. Paolo Frascani per i lineamenti di storia marittima e commerciale e quelli della prof.ssa Paola Pierucci per gli aspetti di storia della contabilità si sono rivelati di grande aiuto per lo svolgimento della ricerca.

            Un particolare ringraziamento è rivolto ai docenti e agli amici spagnoli, che hanno spronato e sostenuto sinceramente l'attività di ricerca. Innanzitutto, l'espressione dei più vivi sentimenti di riconoscenza va al prof. Antonio-Miguel Bernal dell'Università di Siviglia, che ha seguito l'evoluzione del lavoro fin dalla prima fase, con una singolare prodigalità di spunti di merito e bibliografici, mostrandosi sempre disponibile alla discussione sui contenuti dello studio, alla verifica dell'impostazione metodologica adottata ed esprimendo una valutazione finale dell'opera fin troppo benevola. Inoltre, il pensiero grato dell'Autore è indirizzato al direttore dell'Archivo Histórico Provincial de Cádiz, Manuel Ravina Martín e ai suoi collaboratori, per il loro paziente aiuto e per la comprensione dimostrata di fronte alla gran mole di lavoro procurata. I più cordiali ringraziamentI vanno al prof. Albert Carreras de Odriozola dell'Università "Pompeu Fabra" di Barcellona, per la sensibilità del suo sostegno e per il suo conforto nella scelta dell'indice dei prezzi; al prof. Juan Torrejón Chaves dell'Università di Cadice, per la sua cortese accoglienza nella comunità degli studiosi gaditani e per il rapporto di amichevole collaborazione instaurato; all'avv. José Ramón Pérez Díaz-Alersi, discendente del nucleo familiare cantabrico titolare dell'azienda commerciale di Cadice, per l'interesse e l'appoggio riservati all'opera intrapresa.

            Infine, l'Autore non può dimenticare il notevole impulso del prof. Giuseppe Di Taranto, cui è particolarmente riconoscente per l'avvio alla disciplina e per il costante incitamento all'impegno scientifico. Un grazie sentito al prof. Luigi Mascilli Migliorini per gli inviti solleciti alla partecipazione ad importanti occasioni di confronto sui temi della ricerca e al dott. Daniele Casanova per l'aiuto ricevuto nella fase finale di correzione delle bozze. Una speciale menzione va al dott. Massimo Gerli, per il suo contributo alla definizione della metodologia prescelta per la comparazione tra il livello dei prezzi di Sardá e gli utili degli empori di Cadice. Un caro ringraziamento alla dott.ssa Fulvia De Feo, che ha fornito all'Autore i primi rudimenti di spagnolo.

            A chi lo ha affiancato in questa avventura, ai propri genitori, ai propri fratelli e alla sorella, l'Autore rivolge un pensiero amorevole.

            Questo volume è dedicato a Maria Teresa, Francesca e Marina, che hanno partecipato con affetto alla fatica dell'Autore, sopportando quasi sempre di buon grado le sue assenze e il sottofondo della sua musica.

 

 A. L.

Università di Bari



 

[1] M. Fanno, La teoria delle fluttuazioni economiche, Torino, U.T.E.T., 1947, p. XI.

 

[2] A questo proposito, è stato osservato che: «L'analisi dell'azienda ha valore solo se si tiene conto del contesto economico-sociale, in cui essa opera (...). Nello stesso tempo bisogna ricordare che la microanalisi (...) è uno strumento particolarmente importante, a volte l'unico mezzo, che lo storico economico ha a disposizione per le sue ricerche» (W. Kula, Problemi e metodi di storia economica, Milano, Cisalpino-Goliardica, 1972, pp. 216-217).

 

[3] Cfr. R. H. Parker, Misleading Accounts? Pitfalls for Historians, in "Business History", n. 33, 1991, pp. 1-18.

 

[4] P. A. Toninelli, Ragioneria, contabilità e storia d'impresa: alcune osservazioni in margine al caso italiano, in Fondazione Assi, "Annali di storia dell'impresa", n. 10, Bologna, il Mulino, 1999, p. 80.

 

[5] W. Kula, Problemi e metodi di storia economica, cit., p. 210. In particolare, Kula ha evidenziato (p. 217) che sono di notevole importanza, ai fini della ricerca storica, «gli indici che si possono costruire grazie all'analisi di un'azienda inserita nel contesto economico generale».

 

[6] L'impiego di questo metodo di analisi, prima ancora che si affermassero gli orientamenti quantitativi della nuova storia economica, era stato proposto da Fanno, che aveva suggerito di «studiare l'andamento dei profitti in relazione ai fattori a cui essi sono presumibilmente più direttamente legati», invitando a prendere in considerazione «a tal uopo i rapporti tra prezzi e profitti» e dichiarando che «come indici dei profitti prenderemo, nei limiti del possibile, gli utili effettivi delle imprese societarie» e che «nei casi in cui i dati dei profitti effettivi manchino prenderemo quelli dei dividendi distribuiti dalle predette società» (M. Fanno, La teoria delle fluttuazioni economiche, cit., p. 104).